Art News:
Sono Lieti di segnalare la mostra personale di Marica Fasoli
"3Dpinti - Message in a box", a cura di Luca
Beatrice
Are glad to announce
the solo exhibition by Marica Fasoli 3Dpinti - Message in a
box", curator Luca Beatrice
Inaugurazione Mercoledi 29 Settembre 2010 ore 18,00
-Opening Wednesday 29Th September 6 p.m.
Museo
Fondazione Luciana Matalon
Foro Bonaparte 67, 20121
Milano
Dal 29 Settembre al 22 Ottobre
2010
Dal Martedi al Sabato 10,00 -
19,00
From 29Th September to 22Th
October 2010
From tuesday to saturday
10,00 a.m. - 7 p.m.
COMUNICATO
STAMPA
PRESS RELEASE
MostraPersonale di SoloExhibition by
Marica Fasoli
Titolo dell’Evento Titleof the Exhibition: 3Dpinti- Message in a
box
Testo a cura di
Luca BeatriceText by Luca Beatrice
Luogo Place: Museo Fondazione Luciana Matalon,
Foro Bonaparte
67, 20121 Milano
Info: Tel: +39
02.87.87.81 Fax: +39
02.700.526.236
Mail
info: fineart@fondazionematalon.org
galleria@galleriagagliardi.com
Web:www.fondazionematalon.org
www.galleriagagliardi.com
Periodo Periods:dal from
29/09/10 al
to
22/10/2010
Orario Hours:Martedi-sabato, 10,00 – 19,00
Tuesday-Saturday from 10.00 a.m to 7.00
p.m
Inaugurazione Opening:Mercoledi
29 Settembre 2010ore
18,00
Ingresso Libero FreeEntrance
L'idea della mostra ha il suo
punto forte nella convinzione che ci siano, oggi, ancora buoni margini di
esplorazione nell'ambito dell'iperrealismo. É indubbio che il criterio guida,in
questo tipo di rappresentazione artistica, abbia sempre mirato alla
“verosimiglianza” più estrema: un'arte come imitazione del reale, con
l'obiettivo di fare apparire vero ciò che vero non è. Con la creazione
visionaria in terza dimensione di altre realtà (virtuali),anche nell'arte il
confine fra reale e non reale muta e diviene, in giochi e in ambiti,
d'imbarazzante reciprocità; parallelamente le definizioni in uso per descrivere
i nuovi percorsi e le ricerche sin qui intrapresi, appaiono talvolta inadeguate.
Per Marica Fasoli la sfida, tecnica e concettuale, sottintende linee ed ambitidi
definizione comunque e primariamente legati alla pittura e alle sue possibili
contaminazioni con materiali diversi : opere pittoriche dove però la tela cessa
di essere il semplice luogo dell'evento-rappresentazione per diventare essa
stessa parte integrante dell'oggetto rappresentato; Lo sviluppo della mostra
prevede una serie di opere per le quali l'azzeramento progressivo della
percezione dell'inganno visivo, passa attraverso il sempre maggiore inganno
tecnico e tridimensionale della percezione dello spettatore. Per alcune opere il
profondo legame con la tradizione del trompe-loeil è evidente ed in parte
voluto: vedasi alcuni elementi tipici come cordicelle, adesivi, fogliettini di
carta impronte e pieghe. Tutti elementi che compartecipano alle definizioni di
piano dove trasferire e catturare l'inganno della percezione. Parallelamente
lascelta della scatola è una chiara citazione al soggetto contenitore che in
tempi passati è stato variamente rappresentato nei suoi innumerevoli e diversi
utilizzi ; ma l'attualità del lavoro di Marica Fasoli è invece lo sviluppo
tridimensionale dell'oggetto contenitore nelle sue diverse definizioni: la
pittura si trasferisce dal piano pittorico al volume dipinto per l'ingannevole
gioco di pretesa oggettività. La scelta progettuale sembra circoscritta alla
fascinazione dell'opera in sé e per se stessa e comunque solo marginalmente
intrisa di preziosismi estetici ed accattivanti. Nell'ultima parte del progetto
pittorico il distacco dalla tradizione del trompe-loeil è già avvenuto e
manifesto: la tela diventa il luogo di un'azione risolta pittoricamente e parte
integrante dell'oggetto tridimensionale; assistiamo ad una vera e propria
contaminazione fra l'oggetto reale ed una propria componente dipinta: l'inganno
si trasferisce nell'estrema difficoltà di scindere la parte reale dell'oggetto
con quello altrimenti realizzato con la pittura.
Stefano
Gagliardi
“...Nella pittura di Marica Fasoli l’inganno della
riproduzione è la drammaturgia delle apparenze messa in scena sulla
superficie della tela. L’oggetto in essa siconfonde per mezzo di una
tecnica superillusionista che trova le sue matrici pittoriche
nell’Iperrealismo americano di Richard Estes, Chuck Close e dei più recenti
Anthony Brunelli e Robert Gniewek. Senza alcun effetto speciale da cinema
3D questi artisti hanno anticipato di un ventennio la parcellizzazione
dell’immagine apportata dal digitale. Così Marica Fasoli esplora le
possibilità dell’iperrealismo e la virtualità dell’immagine dipinta; la sua
sintesi formale mischia bidimensionale e tridimensionale, pittura e
scultura, rappresentazione e realtà. La tela acquista o perde peso insieme alla
gravità fittizia dell’oggetto in essa
contenuto….”
Da"Message in a box" di
Luca Beatrice
The exhibition’s idea has its starting point in the conviction that
today there are still good margins to explore hyperrealism. It is undoubted
that the guidance criterion, in this kind of artistic representation, has
been always aiming to the most extreme “verisimilitude”: an art as
reality’s imitation, with the objective to let the untrue appear true.
With the visionary creation in the third dimension of further realities
(virtual),even in arts the limit between real and unreal changes and achieves
anembarassing reciprocity: in parallel the definitions used to describe the new
paths covered today, appear to be inadequate.Marica Fasoli’s challenge, both
technical and conceptual, implies lines and fields of definition which are
however primarily tied to painting and its possible contamination with different
materials: painted art works in which the canvas ceases to be the
simpleevent-representation place to become itself an integrant part of the
representedobject.The exhibition’s development schedules a series of works for
which theprogressive zeroing of the visual deceive perceiving, passes through
the increasingly technical and tri-dimensional deceive of the spectator’s
perception. For some works, the deep connection to trompe-loeil tradition is
evident and in some parts wanted: this is referred to some elements such as
little ropes, stickers, little papers, footprints and folds. All elements
sharing to define the plain on which she can transfer and capture the
perception’s deceive. At the same time the choice of the box is a clear
citation of the container subject which has been largely represented in the
past. But Marica Fasoli’s works topicality
is the tri-dimensional development of the container object in its
various definitions: painting transfers from the painting plain to the
painted volume following the deceptive play of claimed objectivity. The
planning choice seems to be limited to the fascination of the art work
itself and for its own and however only marginally imbued with aesthetic
and engaging preciousness. In the last part of the project, the detach form
the trompe-loeil tradition has taken place and shown: canvas becomes the
place of a pictorially resolved action and an integrant part of the
tri-dimensional object; we observe a true and practical contamination
between real object and its painted proper component: deceive transfers to
the extreme difficulty of dividing the real part of the object from the one
realized with painting.
Stefano
Gagliardi
"...In Marica Fasoli’s painting, the deceipt of
reproduction is the dramaturgy ofappearances staged on the surface of the
canvas. The object within it is confused by a super-illusionist technique
which finds its pictorial matrices in the American Hyperrealism of Richard
Estes, Chuck Close and the more recent Anthony Brunelli and Robert Gniewek.
Without any 3D special effects, these artists anticipated the
compartmentalisation of the image brought by digital technology by about
twenty years. In this way Marica Fasoli explores the possibilities of
hyperrealism and the virtual nature of the painted image; its formal
synthesis blends 2D with 3D, painting with sculpture, representation with
reality. The canvas gains or loses weight together with the fictitious gravity
of the object contained within it..."
From"Message
in a box" by Luca Beatrice
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Gagliardi
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