"Homo Faber" 2008
L' immediata piacevolezza cromatico compositiva dei lavori di Rinaldi erroneamente potrebbe indurre a soffermarsi su considerazioni di carattere puramente estetico. Al contrario, la singolarità della sua poetica nasce da un' originalissima considerazione dell' ispirazione artistica.
E' palese che Rinaldi sia attratto dal Caos, un Caos intenso sia come mescolanza incontrollabile delle sensazioni umane, sia come impossibilità di interpretare oggettivamente qualsiasi dato sensibile. Al contrario della comune aspirazione umana, eterna e parzialmente illusoria, Rinaldi non tenta di apporre un ordine, anche arbitrario a questo Caos esistenziale per intraprendere la via della comprensione intellettuale: si lascia coinvolgere nel disordine, trasportare dal dal tumulto delle emozioni quotidiane; scivola sopra e al di là di ogni tentata comprensione, consapevole che nessuna sensazione potrà mai essere prevista volontariamente.
Tra tutti gli stati emozionali che l' Anima può vivere, l' ispirazione è sicuramente la più inspiegabile, eterea e mutevole; se inutili sono i tentativi di oggettivarla, l'unico approccio cognitivo possibile è una traduzione immediata, quasi automatica, della sensazione che ha prodotto. Il ricordo che permette all' Artista di impressionare sulla tela il momento della propria ispirazione, dunque, ha un filtro intellettuale ridotto al minimo, come se quel ricordo non passasse attraverso la mente ma rivivesse sulla pelle dell' Artista stesso.
I volto rappresentati nelle Opere in mostra fluttuano in un Caos di colori e riflessi di luce, come se le loro stesse sembianze non fossero altro che un prodotto accidentale di un gioco d'ombre.
L' armonia delle sfumature cromatiche sembra alludere alla leggerezza dell' esistenza in sè: è l' uomo a dare peso e consistenza alla propria vita caricandola delle proprie sensazioni.
Testo Critico a cura di:
Cecilia Paolini
Curator of 'Homo Faber' Art Exhibition 2008
----------------------------------------------------------------------
"Viva Italia Show" 2007
"..The young Italian artist ALESSANDRO RINALDI, born in 1974 in Bologna,enthralls art lovers and collectors alike on account of his unusual style and techniques, of a subtle fusion of metallic and cameleon colours applied by hand and airbrush, giving the impression of a three-dimensional, visual impact. His particular form of artistic creation allows him to express basic human emotions as well as give his imagination free rein. He regularly shows his work in major exhibitions in Europe and the States."
Helga Fox, Ph.D., FIL, FRSA
Curator of 'Viva Italia' Art Exhibition 2007
HF Contemporary Art
Copyright by ARTEKAOS.COM
----------------------------------------------------------------------
Le apparenze ingannano
Il mondo che agita limmaginario artistico di Alessandro Rinaldi assomiglia allantica macchina di proiezione filmica dei fratelli Lumière. Ogni giro di manovella i fotogrammi si assemblano e danno corpo al ritmo ed al movimento delle immagini.
E questo susseguirsi di realtà alterate, deviate, allucinate, scomposte, danno il via ad una nuova avventura che diverrà la più potente fabbrica dei sogni mai inventata dalluomo.
La tecnica dellaerografia, una scelta maturata dallartista Rinaldi dal 1991, ci trasporta su campi di sperimentazione e di creatività empiriche, che sembra , riproporci la stessa meraviglia di un principio base per nuove scoperte e nuove indagazioni .
Lartista si esprime su oggetti o supporti diversi: caschi, automobili, moto, dischi in vinile, piastrelle, carta, muri intonacati..
Questa varietà di materiali da utilizzare è la bottega-macchina di montaggio che, con magistrale perizia, ri-costruisce i simboli e le verosimiglianze di unepoca che ha smesso di sognare e vive di trasparenze trasognate o di apparenze che non ingannano.
Larte di Alessandro Rinaldi ci richiama al movimento minimalista ed a una letteratura degli anni settanta/ottanta, ad una generazione definita eretica.
Sono autori di storie vissute e narrate, sono gli autori della ricerca di concretezze e di ricerca di spazi immaginari, di nuovi sogni, di nuove ombre , di scenari utopici per una generazione priva di ambizioni personali.
Anche Alessandro Rinaldi è scrittore di storie vissute, ma usa il senso del frame, la velocità dellistantanea, la tecnica del montare e smontare il video-clip.
E nel video-clip che, in effetti, si nasconde il segreto di un giovane artista che nellimmagine della quotidianità vede la rinuncia, lassenza, la mancanza di vitalità.
I soggetti sono dunque quelli offerti e prodotti dal mercato di consumo e dalleffimero sentimento di appartenenza ad una modernità agonizzante. La consapevolezza che, ormai, luomo non è più pensiero, ma urlo, lacerazione del sé e turbamenti dovuti da un diffuso disordine dei linguaggi verbali ed espressivi, fa girare la manovella del nuovo immaginario, dove non vivono sogni di speranza o di natura felliniana, ma vivono, a volte, in modo perverso o trasgressivo, le apparenze o i non-sogni.
Le apparenze prevalgono e sono le allucinazioni, i miraggi di una generazione che destina la propria essenza nella contraddittorietà dei valori dellessere non più riconoscibili, anzi mascherati e dissacrati nei nuovi percorsi artistici.
Alessandro Rinaldi mentre mostra la vacuità del tempo corrente senza nome e distinzione, tende ad idealizzare lelemento corporeo delle cose, dei volti, delle figure femminili.
Una corporeità che assume connotazioni diverse: dal gioco della corporeità come volume e peso specifico in una visione deturpante, alle linee in rilievo cromatico dei volti e del corpi femminili.
Se larte è una forma speciale di espressione e di comunicazione, nellopera di Alessandro Rinaldi, larte diviene soprattutto testimonianza di un epoca, esprime tutto il disagio della fragilità con cui si vuole, ancora, dare un senso alla continuità della vita come un divenire di un destino non desiderato.
Siamo di fronte ad immagini che non ci consentono indagini psicologiche o animistiche trattazioni, ma fruiamo di immagini réportage che pervadono la nostra sensibilità ed il nostro quotidiano immaginario: sono le sequenze delle apparenze , distintivi ingannevoli della nostra biografia.
Prof. Franchino Falsetti,
Critico darte
Galleria d'Arte 18
Copyright by ARTEKAOS.COM...